88 Frequenze
PRIMA REGIONALE
di Antonella Carone
- Lo spettacolo presenta luci stroboscopiche, non adatte a un pubblico fotosensibile
CREDITI
con Antonella Carone.
Regia Giulia Sangiorgio
Drammaturgia Eliana Rotella
Scene e costumi Tommaso Lagattolla
Luci Peppino Ruggiero
Video e sound design Andrea Centonza
Contributi video Paul Guccione
Assistente alle scene Antonella Voicu
Costruzioni Damiano Pastoressa
Consulenza tecnica Fabio Brusadin
Tecnici Loris Leoci, Gianni Colapinto
Organizzazione Chiara Donadoni e Caterina Gruden
Foto Clarissa Lapolla
Riprese video e trailer Enzo Canta
Produzione UNO&Trio e CORPORA
Si ringraziano Ismaele Ariano, Christina Klöver, Paolo Morga, Lucia Sette, Emily Tartamelli
*spettacolo selezionato dai Visionari 23.24
SINOSSI
“88 frequenze“, come il numero dei tasti del pianoforte: queste le basi del Secret Communication System, presentato nel giugno 1941 da Hedy Lamarr all’ufficio brevetti americano. La star di Hollywood, definita più volte come “la donna più bella del mondo”, stava chiedendo di brevettare un complicato sistema anti-radar.
Inconcepibile, per i membri dell’Inventor’s Council, che l’attrice in topless del contestato film “Estasi” potesse essere anche un genio dell’ingegneria bellica. Nel 1933, a 19 anni, conosce il primo marito, industriale nel campo delle armi.
Saranno proprio le conversazioni ascoltate in casa del “re delle munizioni” a darle le informazioni necessarie per progettare, ottenuto il divorzio ed emigrata in America, un sistema per evitare che i siluri delle forze americane fossero intercettati dai nazisti. Nel 1985, quando la tutela brevettuale cessa di avere efficacia, la nuova tecnologia inizia a diffondersi, divenendo la base della moderna tecnologia telefonica applicata alle connessioni Wi-Fi e Bluetooth. Soltanto negli anni ‘90, quando decade il segreto militare sul suo brevetto, Lamarr inizia a ricevere dei riconoscimenti per la sua straordinaria scoperta, ma ormai è tardi. Ultraottantenne e quasi cieca, non riuscirà a ritirare i premi a lei dedicati. Qual è il reale rapporto tra immagine e identità? Come si fa a rendere conto delle molteplicità nascoste dietro un nome, dietro una definizione? Come riuscire ad accettare e riconoscere, in una storia, tutte le possibili declinazioni della stessa persona?
La storia di Hedy Lamarr diviene un pretesto per parlare della dicotomia tra come ci percepiamo e come siamo visti dall’esterno. L’attrice in scena, Antonella Carone, usa la videocamera di uno smartphone in presa diretta. Man mano che lo spettacolo va avanti, la corrispondenza tra la realtà dal vivo e l’immagine videoproiettata si sfalda. La manipolazione dell’immagine rispecchia l’impossibilità della rappresentazione di restituire in maniera autentica il reale.
DIBATTITO A CURA DI SANPIETRINY (YOUNGBOARD FTT)
ESTASI&ALGORITMI: una genia a nudo
Dalla storia di Hedy Lamarr all’analisi dei pregiudizi di genere nel mondo delle STEM e dello spettacolo.
30 marzo ore 17


